Ecco il nuovo mix stereo integrale di Shine On You Crazy Diamond

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Dopo The Machine Song (Demo #2 Revisited), arriva il secondo anticipo per il cinquantesimo anniversario di Wish You Were Here. È finalmente la volta di Shine On You Crazy Diamond, la suite presentata nella sua interezza con un nuovo mix stereo curato da James Guthrie. I crediti riportati nella descrizione dell’audio rivelano la ricchezza strumentale dell’opera: David Gilmour al sintetizzatore, basso, chitarra, steel guitar e cori; Richard Wright al pianoforte, clavinet, piano elettrico, sintetizzatore e organo Hammond; Roger Waters al basso, chitarra e voce principale; Nick Mason alla batteria e percussioni. I cori sono stati affidati a Venetta Fields e Carlena Williams, mentre Dick Parry ha impreziosito il brano con il suo sassofono baritono e tenore. Registrato originariamente da Brian Humphries con l’assistenza di Peter James, il pezzo è stato mixato e masterizzato da James Guthrie, coadiuvato da Joel Plante come assistente al mixaggio e al mastering.
Dopo il poema Dear Pink Floyd, affidato al poeta Simon Armitage, è il momento di scoprire il contributo del surrealista Noel Fielding, che nel video ufficiale del singolo svela i suoi dipinti originali ispirati a Syd Barrett.

Conosciamo meglio Noel Fielding

Definire Noel Fielding un comico è un atto di riduzionismo critico. La sua intera produzione, infatti, è l’espressione di un’identità fondata sull’arte visiva, una sensibilità surreale che contamina ogni sua performance, dalla televisione alla pittura. La sua estetica, che attinge tanto dall’avanguardia quanto dalla cultura pop psichedelica, lo posiziona come un erede naturale di visionari come Syd Barrett, rendendolo la scelta inevitabile per illustrare l’eredità dei Pink Floyd. La sua carriera è un’esplorazione audace che sfida le convenzioni, unendo l’assurdo e l’accessibile in un connubio irresistibile.
Nato a Westminster il 21 maggio 1973, Fielding è un comico, scrittore, attore, musicista e artista visivo, un talento multiforme la cui influenza si estende ben oltre i confini del palcoscenico. Per comprendere appieno la sua traiettoria, è necessario partire dalle sue origini nel mondo della comicità d’avanguardia, un viaggio iniziato con il progetto che ha definito un’intera generazione di fan: The Mighty Boosh.
The Mighty Boosh non è stato semplicemente uno show comico, ma un manifesto culturale che ha lanciato Noel Fielding nell’orbita del successo di culto. Il progetto ha decostruito la sintassi della sitcom britannica, introducendo un linguaggio che fondeva musica, animazione e un surrealismo visivo senza precedenti. L’impatto dello show è stato così profondo da creare un seguito devoto e definire l’identità artistica di Fielding per gli anni a venire.
Il progetto nasce dalla collaborazione fondamentale con Julian Barratt, un sodalizio artistico che Fielding stesso ha celebrato definendo Barratt “la persona più divertente con cui abbia mai lavorato”. La loro chimica è stata il motore di un universo narrativo unico. The Mighty Boosh ha avuto una lunga gestazione, partendo dagli spettacoli teatrali nel 1998 fino a concludersi nel 2009, con la celebre serie televisiva in onda dal 2004 al 2007. Il percorso è stato organico, dalle residenze in piccoli teatri come “The Hen & Chickens” fino a una serie radiofonica e, infine, al successo televisivo.
La forza dello show risiedeva in una fusione innovativa di commedia, musica, surrealismo visivo e animazione. Questa fusione non era casuale, ma il risultato diretto della sensibilità da scuola d’arte di Fielding, che curò personalmente la scenografia dello show. Questo mix ha dato vita a personaggi iconici come l’edonista Vince Noir e il terrificante Old Greg. Il successo nel Regno Unito è stato rapido e travolgente. Fielding e Barratt sono diventati icone culturali, con migliaia di fan che si vestivano come i personaggi dello show, trasformando le esibizioni dal vivo in veri e propri eventi di massa.
Sebbene Fielding consideri improbabile una reunion, ritenendo che sia meglio fermarsi prima che la qualità possa calare, l’eredità di The Boosh è innegabile. La sua influenza è visibile in opere successive, come confermato dai creatori di acclamate serie animate statunitensi come Regular Show e SpongeBob SquarePants. Conclusa questa esperienza totalizzante, la carriera di Fielding ha intrapreso una sorprendente transizione, spostandosi dall’avanguardia verso il cuore del mainstream.
La carriera di Noel Fielding è un affascinante studio di contrasti. Con rara versatilità, è riuscito a navigare tra progetti che sono deliberate espressioni della sua identità artistica, come Noel Fielding’s Luxury Comedy, e ruoli di enorme popolarità nazionale, come la conduzione di The Great British Bake Off. Il suo percorso dimostra come un artista possa dialogare con un pubblico vasto ed eterogeneo senza mai compromettere il nucleo della propria visione.
Dopo il successo di The Boosh, Fielding ha sentito l’esigenza di tornare al linguaggio puro e senza compromessi delle sue radici artistiche. Noel Fielding’s Luxury Comedy, andata in onda tra il 2012 e il 2014, rappresenta la sua opera più intransigente e visivamente radicale, creata per soddisfare il suo “lato da scuola d’arte”. In una produzione più recente, The Completely Made-Up Adventures of Dick Turpin, Fielding non è solo il protagonista, ma anche co-sceneggiatore. Il suo coinvolgimento creativo è totale, al punto da aver disegnato personalmente i manifesti “Wanted” che appaiono nello show, un ulteriore segno del suo approccio autoriale.
Nel 2017, Fielding ha compiuto un passo che ha sorpreso molti, accettando di co-condurre The Great British Bake Off. Il suo ruolo, tuttavia, può essere letto come una performance artistica estesa, in cui applica la sua sensibilità surreale a un medium inaspettato. Con otto serie all’attivo, ha superato in longevità i conduttori originali, diventando un pilastro dello show. Contrariamente alle aspettative, la sua forza nel programma non risiede solo negli sketch comici. Fielding sovverte il ruolo del conduttore, trasformandosi da semplice presentatore a protettore empatico dello sforzo creativo, una sensibilità che riecheggia la vulnerabilità del processo artistico. Si sente “protettivo” nei confronti dei concorrenti, al punto da ammettere di “infuriarsi” se i giudici sono troppo severi.
Fielding ha riflettuto sul fatto che Bake Off sia arrivato nel momento perfetto. La sua partecipazione ha coinciso con la nascita della prima figlia e l’abbandono dello stile di vita “edonistico” degli anni 2000. Ha descritto questa svolta come un “enorme colpo di scena”, un ruolo che si adatta perfettamente alla sua nuova fase familiare. Questa transizione non ha cancellato le sue radici artistiche; al contrario, le ha rese accessibili a un nuovo pubblico, ricollegandosi direttamente alla sua formazione come artista visivo.
L’arte visiva non è un’attività secondaria per Noel Fielding, ma il nucleo pulsante della sua intera produzione creativa. La sua formazione al Croydon Art College è la chiave per comprendere la sua poetica surreale, che contamina ogni sua opera. La pittura è il luogo dove il suo immaginario prende forma nella sua espressione più pura.
Le sue influenze artistiche, da lui stesso dichiarate, rivelano una profonda connessione con i maestri del surreale e del fantastico. Salvador Dalí, identificato da Fielding come “il papa dell’assurdo”, è un’ispirazione primaria. In particolare, il cortometraggio Un Chien Andalou è stata un’opera formativa che gli ha mostrato la possibilità di rappresentare l’irrazionale senza filtri. Di Henri Rousseau, Fielding ammira l’ossessione per le giungle immaginarie, create senza mai averle viste. Per lui, questo dimostra che l’immaginazione è una forza più vivida e affascinante della realtà stessa. Alejandro Jodorowsky, il regista cileno, è ammirato per la ricchezza visiva e l’estremismo delle sue opere, che spingono la rappresentazione al limite del grottesco e del sublime.
La sua pratica artistica è tutt’altro che sporadica. È prevista per l’agosto 2025 la sua mostra personale, intitolata “Cowboys and Moons“, presso la Podgorny Art Gallery in Francia. La mostra è descritta come un “western rock-n-roll surrealista iper-colorato”, un universo dove l’immaginazione infantile incontra l’assurdo. Questo collegamento tra arte e performance è bidirezionale: non solo i suoi personaggi televisivi “trovano la loro strada sulle sue tele”, ma questa dedizione all’arte visiva è parte di una traiettoria consapevole. Ha infatti citato il comico e artista Vic Reeves (Jim Moir) come modello di carriera, esprimendo il desiderio di concentrarsi sempre più sulla pittura con l’avanzare dell’età, a conferma che l’arte è la sua vocazione ultima.
Per completare il ritratto di Noel Fielding, è essenziale guardare oltre la sua immagine pubblica eccentrica, esplorando le sue collaborazioni musicali e la sua vita privata. Questi aspetti rivelano un artista radicato in solide relazioni professionali e personali, che bilanciano la sua esuberanza creativa.
Sul fronte musicale, la sua passione per il rock si è concretizzata nella fondazione della band Loose Tapestries insieme a Sergio Pizzorno dei Kasabian. Questa collaborazione testimonia un profondo legame con la scena musicale britannica, ulteriormente rafforzato dalle sue apparizioni nei videoclip dei Kasabian per i singoli “Vlad the Impaler” (2009) e “You’re in Love with a Psycho” (2017), dove il suo carisma scenico si sposa perfettamente con l’energia della band.
Nella sua vita personale, Fielding mantiene un profilo volutamente riservato. È in una relazione a lungo termine con la conduttrice radiofonica e scrittrice Lliana Bird. La coppia ha due figlie: Dali, nata nel 2018 (un omaggio evidente al suo idolo artistico), e Iggy, nata nel 2020. Nonostante la sua fama, preferisce mantenere la sua vita familiare lontana dai riflettori, proteggendo la propria privacy. Queste diverse sfere della sua vita contribuiscono a formare il ritratto di un artista complesso, la cui creatività è alimentata tanto dall’arte d’avanguardia quanto da un solido nucleo affettivo.
Il percorso di Noel Fielding è la testimonianza di come sia possibile mantenere un’integrità artistica radicale pur diventando una delle figure più amate e riconosciute della cultura popolare britannica. È riuscito in un’impresa rara: affermare una visione surreale e spesso intransigente, per poi traghettarla con successo nel cuore dell’intrattenimento per famiglie, senza mai snaturarla. Un artista totale, la cui opera consolida lo status di figura irripetibile nel pantheon culturale britannico.

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