Marzo 24, 2025
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Oggi David Gilmour compie 79 anni, una tappa fondamentale per uno degli artisti più influenti della storia dei Pink Floyd e della musica rock in generale. In questo giorno di festa, è doveroso rivisitare una delle sue opere soliste più affascinanti: On An Island, uscito il 6 marzo 2016, in occasione del suo 60° compleanno. Nonostante il dibattito acceso tra critici e fan – che propongono, rispettivamente, il debutto omonimo del 1978 e il recente Luck And Strange (settembre 2024) come migliori – un’analisi attenta rivela come On An Island sia, per qualità di produzione e per un linguaggio musicale inconfondibile, il vero capolavoro della carriera solista di Gilmour.

Il suo percorso solista è stato costellato di scelte artistiche che hanno sempre messo al centro l’espressività della sua chitarra, la cura dei dettagli sonori e la capacità di creare atmosfere uniche. Se da un lato il suo primo album del 1978 è stato acclamato per la forza delle sue innovazioni, dall’altro l’ultima fatica, Luck And Strange, ha saputo connettere un pubblico più ampio grazie a sonorità moderne. Tuttavia, nessuna di queste opere riesce a eguagliare la coerenza e la maturità espressiva che si riscontra in On An Island.

On An Island si distingue immediatamente per la sua produzione impeccabile. In un contesto in cui ogni strumento viene valorizzato e ogni sfumatura sonora è studiata nei minimi dettagli, l’album crea un percorso emozionale che trascende il mero ascolto. Il lavoro in studio traspare come un atto di grande maestria: ogni traccia è costruita con una struttura dinamica che favorisce l’ascolto attento, mentre i suoi celebri assoli di chitarra emergono come momenti di pura poesia musicale. La produzione non è solo un mezzo per esaltare la tecnica strumentale, ma diventa essa stessa un protagonista, capace di evocare emozioni profonde e di raccontare una storia personale e universale allo stesso tempo. Il disco risulta alla fine strutturato perfettamente per il vinile, aprendo e chiudendo i due lati in maniera impeccabile e non è escluso che questa sia stata la volontà di Phil Manzanera, amante di questa tattica (vedi The Endless River).

Il dibattito tra chi sostiene il valore del primo album solista del 1978 e chi preferisce le innovazioni di Luck And Strange è ricco di sfumature e testimonia la complessità dell’eredità musicale di Gilmour. I critici hanno spesso evidenziato come il debutto sia un’opera rivoluzionaria, d’altro canto, il pubblico, particolarmente attento alle evoluzioni stilistiche, ha accolto con entusiasmo il linguaggio più attuale di Luck And Strange.

Tuttavia, per chi vi scrive, On An Island rappresenta il perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione. La sua produzione raffinata e il linguaggio musicale ricco di riferimenti al passato, ma proiettato verso nuove dimensioni espressive, offrono una sintesi che risulta ineguagliabile. È in quest’album che Gilmour dimostra la sua capacità di rinnovarsi pur mantenendo fede alle radici che hanno definito la sua carriera, rendendolo il punto di riferimento imprescindibile per ogni vero appassionato.

Buon compleanno David!

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4 thoughts on “David Gilmour compie 79 anni: perché “On An Island” resta il suo lavoro solista migliore

  1. I vostri articoli sono sempre molto interessanti da leggere.
    Dal mio punto di vista, se posso, David è il punto focale dei PF, ed i suoi lavori solisti sono quelli che amo ed ascolto di più. Anche se sono nel folto gruppo di coloro che pensano che i PF insieme hanno fatto cose grandiose. Pur con le loro divergenze.
    Da semplice appassionato i brividi e le emozioni dell’ultimo tour di David sono però per me unici.
    Grazie delle vostre chicche sul mondo affascinante che avvolge i nostri amati musicisti.

    1. Ciao Michele, grazie! Ovviamente puoi commentare, anzi, direi proprio che gli articoli sono fatti per essere commentati. Sui social ho condiviso questo articolo dicendo “So che non tutti saranno d’accordo su questo, ma va bene così”. Credo che sia interessante sentire le opinioni degli appassionati e per fortuna tutti non la pensiamo allo stesso modo. Personalmente On An Island lo ritengo tutt’ora inarrivabile tra gli altri dischi di DG, ma è solo il mio pensiero. Dal vivo i brividi li ho sentiti anche io e aggiungo che tra poco ci sarà l’annuncio dell’uscita dell’album live e del film/concerto del Circo Massimo. Buona serata!

  2. Ho letto anch’io l’articolo e lo trovo molto interessante, complimenti!
    Personalmente, ritengo On An Island un disco notevole (con alcune perle come Then I close my eyes e Where we start), ma, a mio modesto parere, la miglior prova da solista di David é proprio l’ultimo Luck And Strange (per Scattered, ma non solo).

    Sono molto contento di sapere che a breve ci sarà l’annuncio dell’uscita del live al Circo Massimo, dato che io c’ero ed é stata un’esperienza straordinaria. Lo attenderó con ansia!

    1. Ciao Tommaso, ma infatti è giusto così. Ti immagini che noia se a tutti piacesse lo stesso disco 🙂 Per l’uscita del live niente di ufficiale, ma le foto postate ultimamente da Polly Samson sono molto “esplicite”.

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