Ottobre 5, 2024
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The Madcap Laughs – Il primo lavoro solista di Barrett

“Mettere all’opera Syd, è stato come portarlo dal dentista!” Con questa frase Jerry Shirley, batterista degli Humble Pie, ha sintetizzato il calvario delle sessioni che portarono alla realizzazione di The Madcap Laughs, primo album solista di Syd Barrett uscito subito dopo il capodanno del 1970. Riavvolgendo il nastro temporale bisogna tornare all’inizio del 1968. Syd Barrett è fuori dai Pink Floyd ufficialmente dal 6 Aprile, e dopo un mese torna negli studi della EMI accompagnato da Peter Jenner come produttore. Viene abbandonata l’idea di utilizzare alcune canzoni “scartate” l’anno prima con i Floyd e prendono forma le prime versioni di Octopus, Rhamadan, Lanky, Golden Hair. Le registrazioni proseguono fino all’estate, quando a causa della rottura con la fidanzata Lindsay Corner, Syd crolla emotivamente e sospende bruscamente il lavoro.

All’inizio del 1969, quando pare tornata un po’ di lucidità, Barrett contatta la Label per completare il progetto. Nel frattempo Malcolm Jones è stato nominato amministratore della Harvest, etichetta progressiva della EMI. I due credono l’uno nell’altro così riprendono in mano le registrazioni dell’anno precedente ma Syd ha con sé nuove canzoni: Terrapin, Love You, Here I Go, Opel, No Man’s Land, No Good Trying. In soccorso nelle sessioni arrivano anche gli amici Robert Wyatt, Hugh Hopper e Mike Ratledge dei Soft Machine; ma il lavoro con Syd è sempre faticoso, turbolento e imprevedibile. Durante l’estate giungono a chiudere il terzo capitolo di The Madcap Laughs David Gilmour e Roger Waters, grazie al cui supporto permetteranno a Barrett di terminare il disco entro Settembre. Da queste sessioni frettolose usciranno delle vere perle come Dark Globe, Long Gone, She Took A Long Cold Look, Feel, If It’s In You e le versioni finali di Golden Hair e Octopus.   

Alla fine ne uscirà un disco frastagliato ma coerente, ispido ma vivace, spigoloso ma essenziale, folle ma lucido, che rispecchia il carattere di un artista visionario ma sofferente, poliedrico ma complicato. Un disco che in otto settimane venderà oltre 6mila copie, arrivando alla 40esima posizione delle classifiche inglesi, ed inoltre riceverà segnali positivi dalla critica, la quale convincerà la EMI a credere ancora su Syd e sulla sua arte riportandolo in studio poco dopo per il suo secondo album. Un disco cantautorale che sarà seminale per tutta la scena pop-rock, a partire da David Bowie fino ad arrivare ai Blur. Scegliere il miglior brano di questo disco è assai complicato ma forse quello che si addice di più di tutti a rappresentarlo è banalmente Octopus, un viaggio lisergico nella creatività di un’artista geniale, che nella sua magica immaginazione cerca di ricordarci di apprezzare le cose per la loro bellezza intrinseca anche se appaiono apparentemente misteriose e insondabili.

UN GRANDE GRUPPO E’ MEGLIO DI TE? by Francesco Madonia is licensed under CC BY-NC-ND 4.0

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