Maggio 19, 2025
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Domenica 4 maggio è uscita una nuova puntata del podcast di Ultimate Classic Rock, in cui Paul Rappaport — soprannominato “Rap” nell’ambiente discografico — ha condiviso alcuni aneddoti straordinari legati al tour A Momentary Lapse of Reason dei Pink Floyd. Rappaport, figura chiave della Columbia Records per oltre trent’anni, ha orchestrato campagne promozionali memorabili, tra cui il celebre lancio del dirigibile dei Pink Floyd nel 1994 per promuovere The Division Bell. In questa intervista, racconta come già nel 1987 la band cercasse di spingersi oltre ogni limite tecnologico, arrivando persino a collaborare con l’esercito degli Stati Uniti pur di offrire al pubblico uno show senza precedenti.

Come racconta Rappaport, il lighting designer Marc Brickman era alla ricerca di qualcosa che potesse superare le classiche scenografie laser viste nei tour precedenti. Verde e rosso non bastavano più: serviva un nuovo effetto che lasciasse il pubblico senza fiato. “Marc scopre che esiste un laser dorato,” racconta Rappaport, “ma è pericoloso, e l’unico a possederlo è l’Esercito Americano.”

Brickman si presenta quindi a un incontro con i militari: “Siamo i Pink Floyd. Abbiamo sentito parlare di questi laser dorati.” La risposta fu tanto affascinante quanto inquietante: “Sì, li abbiamo. Ma sono armi. Possono ferire le persone. Non sono laser da spettacolo.” Nonostante ciò, i militari accettarono di noleggiare l’attrezzatura alla band, a patto che un rappresentante dell’esercito li accompagnasse in ogni data del tour per controllare specchi, riflessi e angolazioni, garantendo la sicurezza del pubblico.

“Questa è roba in cui solo i Pink Floyd si infilano,” osserva Rappaport. “Questi ragazzi vivono in un’aria rarefatta, credimi.”

Ma non finisce qui. Sempre secondo il racconto di Rappaport, i militari proposero a Brickman un’altra tecnologia in fase sperimentale: la manipolazione degli ioni negativi nell’atmosfera per creare un’enorme esplosione sopra lo stadio. “Se volete, possiamo fare questa cosa: aspiriamo rapidamente tutti gli ioni nell’aria e provochiamo una gigantesca esplosione visiva. Vi interessa?”

La reazione di Brickman fu mista tra stupore e prudenza. “Le ginocchia gli tremavano. Alla fine ha detto: ‘Forse mi accontento dei laser dorati pericolosi e lascio a voi la prossima cosa pericolosa.’”

Il tour A Momentary Lapse of Reason, che partì ufficialmente il 9 settembre 1987, fu una macchina imponente: sette tappe mondiali, quasi 200 concerti e un costo iniziale stimato di 55 milioni di dollari. Senza sponsor a sostegno, toccò a David Gilmour e Nick Mason coprire l’investimento. Per farlo, Mason mise sul piatto uno dei suoi beni più preziosi: una Ferrari 250 GTO del 1962, acquistata anni prima per 38.000 sterline e ormai valutata decine di milioni.

“La chiamavo un’amica di famiglia,” scrive Mason nella sua autobiografia. “Con il mercato delle auto da collezione impazzito, non ebbi difficoltà a finanziare la mia parte del tour.”

Non tutte le idee previste per il tour videro la luce. Alcune vennero scartate per ragioni pratiche, come l’enorme figura di Icaro che avrebbe dovuto volare sul palco durante Learning to Fly. “Sembrava solo della biancheria gigante stesa su un filo,” ricorda ironicamente Mason. Un’altra trovata — un disco volante radiocomandato con luci ed effetti mai visti prima — fu abbandonata perché irrealizzabile: serviva una quantità di energia così grande che, come scherza Mason, “avremmo avuto bisogno del Graf Zeppelin per trasportarla.”

Il tour si concluse nell’estate del 1989 con oltre 135 milioni di dollari incassati e concerti storici in Unione Sovietica, Spagna, Norvegia e Nuova Zelanda. La band tornò anche in Giappone e Australia dopo oltre quindici anni.

La scommessa di continuare come Pink Floyd, senza Roger Waters, fu rischiosa — ma vinta. E per Rappaport, che ha vissuto tutto dall’interno, resta un’esperienza irripetibile: “Quando lavori con questi ragazzi, ti portano in posti… Ho fatto cose con i Pink Floyd che in un milione di anni non avrei mai pensato di fare.”

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2 thoughts on “Laser dorati e ioni negativi: quando i Pink Floyd si spinsero oltre ogni limite

  1. Una grandiosa storia questa che non fa altro che alimentare di nuove luci la band.
    Mi sarebbe piaciuto vedere quell’ esplosione.

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