
La webzine Italiana dedicata ai Pink Floyd
Una buona notizia per il mondo: Julian Assange è libero! Cinque giorni fa il giornalista ha patteggiato un accordo con la giustizia americana ed è finalmente libero. In questo video le parole di Roger Waters.
The Madcap Laughs
Terrapin
No Good Trying
Love You
No Man’s Land
Dark Globe
Here I Go
Octopus
Golden Hair
Long Gone
She Took A Long Cold Look
Feel
If It’s In You
Late Night
Amanda Belair
Amanda Belair, originaria di Woodstock, Georgia, è una delle voci femminili che si sono distinte negli ultimi anni per carisma e versatilità. Cresciuta in una famiglia dove la musica era di casa — con una madre pianista e un padre batterista — Amanda ha iniziato a cantare e suonare la chitarra all’età di 9 anni, sviluppando presto un legame profondo con l’arte musicale.
Durante l’infanzia e l’adolescenza ha affinato il suo talento esibendosi nei cori scolastici e della chiesa, mentre le frequenti partecipazioni a festival jazz, blues e R&B con la famiglia ne hanno formato il gusto musicale. Diplomata alla Sequoyah High School nel 2015, ha ottenuto una borsa di studio musicale per frequentare la Reinhardt University, dove ha studiato interpretazione vocale. Proprio in quegli anni ha scelto di dedicarsi alla musica contemporanea, intraprendendo un percorso da solista.
Il suo esordio mediatico è avvenuto nel 2019, quando si è esibita nel format televisivo locale 11 Alive’s Moment to Shine, guadagnandosi una prima visibilità. A seguire, ha calcato palchi importanti della scena musicale di Atlanta, come quelli di Eddie’s Attic e Smith’s Olde Bar, attirando l’interesse di produttori locali.
Uno dei momenti decisivi della sua carriera è stato l’ingresso nell’album Classic Collective del produttore Andre “MoDre” Brown, dove Amanda ha co-scritto e interpretato il brano Freedom. Questa collaborazione ha segnato l’inizio di una lunga serie di progetti condivisi con artisti dell’area di Atlanta come The Heavy, Bri Feel, Lloyd Buchanan e lo stesso MoDre.
Nel 2022 ha pubblicato il suo primo EP, My Show, in collaborazione con MoDre, un lavoro che riflette perfettamente il suo stile a cavallo tra pop moderno e R&B dalle venature soul. Il disco mette in luce la sua scrittura intima e la potenza espressiva della sua voce, caratteristiche che le hanno permesso di essere scelta da nomi di rilievo internazionale per esibirsi nei contesti più prestigiosi.
E’ presente nell’album The Lockdown Sessions di Roger Waters al coro nella nuova versione di Comfortably Numb e ha preso parte come corista al tour This Is Not A Dril e nel relativo album/video Live In Prague.
Dave Kilminster
David “Killer” Kilminster è una figura imprescindibile nelle esibizioni dal vivo di Roger Waters sin dal 2006, ma la sua carriera va ben oltre la dimensione del palco. Chitarrista britannico dal talento tecnico eccezionale e dallo stile espressivo inconfondibile, Kilminster è oggi una presenza consolidata tra i musicisti più rispettati nel mondo del rock progressivo e oltre.
La sua storia con Waters prende il via nel tour The Dark Side of the Moon Live (2006–2008), dove ricoprì il ruolo di chitarrista solista e occasionalmente anche di cantante. È stato poi una colonna portante nei successivi The Wall Live (2010–2013) e Us + Them (2017–2018), offrendo esecuzioni magistrali di brani leggendari in scenografie monumentali. Chi ha assistito a quei concerti lo ricorda anche per i suoi memorabili assoli in cima al celebre muro alto 40 piedi.
Parallelamente, Kilminster ha sviluppato una carriera solista e collaborazioni di grande spessore. Ha preso parte al progetto Icon 3 (2009) di John Wetton e Geoff Downes e ha inciso il raffinato Closer to Earth (2011), una raccolta di cover acustiche dal gusto intimista. Nel 2012 ha curato il remix e remaster del suo primo album Scarlet – The Director’s Cut, seguito nel 2014 dal secondo lavoro solista …and The Truth will set you free…, un disco personale e ricco di intensità emotiva.
Ha inoltre lavorato con artisti del calibro di Keith Emerson, Carl Palmer, Guthrie Govan, Heather Findlay e Steven Wilson, partecipando anche al mini-album 41/2 (2016) di quest’ultimo.
Ma l’influenza di Kilminster si estende anche dietro le quinte: ha operato come produttore, tecnico del suono, insegnante, e ha contribuito come scrittore e trascrittore per note riviste di chitarra, condividendo la sua esperienza e passione con nuove generazioni di musicisti.
Pur essendo un volto familiare nella formazione live di Roger Waters, Kilminster è presente in un solo album in studio, The Lockdown Sessions (2022). Tuttavia, la sua impronta artistica è ben documentata nei due live ufficiali Roger Waters The Wall (2015) e Us + Them (2020), ai quali si aggiunge ora il nuovo album live, che lo vede ancora una volta protagonista con la sua chitarra, capace di fondere tecnica, anima e presenza scenica in una miscela inconfondibile.
Dall’inizio della leg europea del This Is Not A Drill Tour, Kilminster ha iniziato ad usare chitarre Paoletti Guitars che vengono ideate e prodotte a Quarrata (PT). Sviluppate sul modello Nancy, con il corpo in castagno, sono state perfezionate su misura per Kilminster con forma telecaster e contour body della strato. Insieme a sua moglie ha curato anche il design.
Gus Seyffert
Gus Seyffert è uno di quei musicisti e produttori che sfuggono a ogni definizione rigida. Nato e cresciuto a Kansas City, Missouri, Seyffert ha costruito la propria carriera muovendosi tra le linee di confine tra generi e ruoli, affermandosi oggi come figura chiave del suono contemporaneo di Roger Waters.
Dopo il trasferimento a Los Angeles, Seyffert ha studiato contrabbasso al prestigioso California Institute of the Arts, dove ha avuto l’opportunità di formarsi sotto la guida del leggendario Charlie Haden. Ma la sua direzione artistica, sin dall’inizio, ha rivelato un’inclinazione naturale verso un approccio più ampio e sperimentale. Lasciati alle spalle i percorsi accademici, si è immerso nella vivace scena musicale della East Side di Los Angeles — tra i quartieri di Silver Lake ed Echo Park — diventando rapidamente un punto di riferimento creativo.
In quegli anni si è affermato come polistrumentista, autore e performer, collaborando con una lunga lista di artisti di primo piano come Adele, Beck, The Black Keys, Norah Jones, Michael Kiwanuka e Sia. Queste esperienze lo hanno reso un artista trasversale e profondamente eclettico, capace di fondere l’organicità dell’approccio analogico con le esigenze di una produzione moderna.
Uno dei suoi contributi più significativi è lo studio Sargent Recorders, uno spazio a Los Angeles da lui fondato e gestito, diventato negli anni un centro creativo tra i più apprezzati. È qui che Gus produce, mixa, compone e dà forma a progetti che coniugano qualità artigianale e visione sonora.
Con Roger Waters, Seyffert ha costruito un sodalizio artistico solido e duraturo, che si riflette in ogni sfumatura sonora delle recenti produzioni dell’ex Pink Floyd. La sua prima collaborazione risale all’album Is This The Life We Really Want? (2017), dove Seyffert è presente come bassista e musicista dallo stile essenziale ma pregnante. Il legame si è rafforzato con The Lockdown Sessions (2022), che non solo ha prodotto insieme a Waters, ma per il quale ha curato anche il mixaggio e l’ingegneria del suono. Lo stesso vale per The Dark Side of the Moon Redux (2023), radicale rilettura dell’opera madre dei Pink Floyd, dove Seyffert figura ancora una volta come co-produttore e mente tecnica dietro il sound intimo e minimale del progetto.
La sua presenza è ben documentata anche nel live Us + Them (2020), testimonianza visiva e sonora della collaborazione sul palco tra Waters e un ensemble scelto con cura, in cui Seyffert ha portato non solo le sue linee di basso, ma anche il suo gusto sonoro e la sua sensibilità.