Ottobre 5, 2024

2 Novembre 1971

McCarter Theatre, Princeton University, Princeton, New Jersey, USA.

“I Floyd sono una realtà di un altro secolo – raramente sorridono, non parlano mai con il pubblico tranne che per smontare una richiesta in un inglese noioso e secco: ‘Non suoneremo mai più Astronomy Dominè’. Non ricettivi come solo loro possono essere, i Floyd sono incontestabilmente buoni musicisti, dotati di uno stile compositivo unico. La loro forza principale, grazie a cui si fregiano del titolo di re della psichedelia, è il dominio dell’elettronica. Hanno offerto un saggio della loro capacità di riprodurre alla perfezione suoni di tempeste sintetiche e di sussurri, sibili, echi, caratteristici dei loro album dal vivo. Infatti ora la lavorazione in studio è stata superata, grazie alla messa appunto di un impianto acustico quadrifonico; quest’ultimo, pilotato dall’organista con un joystick opportunamente modificato, è parso in grado di diffondere gli effetti sonori in qualsiasi punto del teatro. L’illusione del movimento era così stupefacente che uno spettatore sotto l’effetto di qualche sostanza deve aver sperimentato una dose di psichedelia assai maggiore di quanto si aspettasse. L’eccezionale impianto acustico da sei tonnellate – sul palco c’erano pile di amplificatori alti tre metri, mentre altre casse erano disposte in galleria – sarebbe stato sufficiente per riempire di suoni una sala, diciamo, delle dimensioni dello Spectrum. Al McCarter Theatre il volume era così sparato da far letteralmente male alle orecchie; devo ammettere che per questo motivo sono stato costretto a uscire a metà di un concerto in cui, peraltro, mi stavo divertendo moltissimo.” (Daily Princeton)