
Lungo le tranquille rive del lago Ossiach, in Carinzia, sorge una delle testimonianze più affascinanti della storia religiosa e culturale dell’Austria: l’Abbazia di Ossiach. Fondata poco prima del 1028 dal conte bavarese Ozi e da sua moglie Irgenburgis, questa antica struttura benedettina è molto più di un semplice sito ecclesiastico. È un luogo che ha saputo attraversare un millennio di trasformazioni, affermandosi oggi come uno dei poli culturali più dinamici dell’Europa centrale.
Nel cuore della Carinzia medievale, l’abbazia divenne sin da subito un fulcro di spiritualità, istruzione e trasmissione del sapere. I monaci benedettini, fedeli al motto ora et labora, vi fondarono scuole, biblioteche e scriptoria, contribuendo alla conservazione del patrimonio intellettuale europeo.
Architettonicamente, l’edificio riflette la stratificazione storica: dalla solida struttura romanica originaria, l’abbazia è stata successivamente arricchita da elementi gotici nel XV secolo, fino a subire un’ulteriore metamorfosi barocca nel XVIII secolo. Il campanile a crociera e gli interni decorati con affreschi e stucchi della celebre Wessobrunner Schule raccontano un’evoluzione stilistica coerente con i mutamenti culturali che hanno attraversato l’Europa centrale.
La soppressione del monastero nel 1783 decretò una lunga fase di riconversione funzionale: caserma militare prima, struttura ricettiva poi, l’abbazia ha mutato pelle più volte, ma non ha mai smesso di rappresentare un punto di riferimento identitario per la regione.
È però nel XX secolo che l’Abbazia di Ossiach riconquista un nuovo ruolo di rilievo, questa volta nel panorama culturale e musicale. A partire dagli anni Settanta, il suo cortile interno — il suggestivo Stiftshoff — è diventato sede del Carinthischer Sommer, un festival internazionale che fonde tradizione classica e sperimentazione contemporanea.
Nel cuore di questo rinascimento artistico si inserisce un episodio tanto inatteso quanto straordinario: il concerto dei Pink Floyd, svoltosi il 1° luglio 1971. La band londinese fu invitata a esibirsi nell’ambito dell’Internationale Musikforum Ossiachersee, un evento storicamente dedicato alla musica classica. Insieme ai Tangerine Dream, furono gli unici a rappresentare il mondo del rock progressivo in un contesto altrimenti dominato da ensemble orchestrali.
Per l’occasione, i Pink Floyd — guidati da una visione sempre più sinfonica e ambiziosa — suonarono brani come Echoes, Careful With That Axe, Eugene, Set The Controls For The Heart Of The Sun e Atom Heart Mother, quest’ultimo proposto con sezione fiati e coro diretti da Jeffrey Mitchell, in una delle poche versioni dal vivo orchestrate. Il risultato fu una sintesi visionaria tra rock psichedelico e forma sinfonica, capace di abbattere le barriere tra generi e di anticipare il percorso sperimentale della band negli anni a venire.
Oggi, l’Abbazia di Ossiach è un vibrante centro culturale: sede della Carinthische Musikakademie e proprietà dello Stato della Carinzia dal 1996, accoglie circa 10.000 visitatori ogni anno. La sua funzione va ben oltre quella di semplice testimonianza storica: è un laboratorio artistico in continuo fermento, capace di rinnovare la propria identità mantenendo intatta la propria anima.