
Nella zona orientale di Napoli, a San Giovanni a Teduccio, la street art si fa ancora una volta portavoce di messaggi universali. Sulla parete di una scuola del quartiere, è apparso un nuovo e imponente murales firmato da Jorit, l’artista napoletano conosciuto in tutto il mondo per i suoi ritratti realistici e simbolici. Il protagonista dell’opera è il “nostro” Roger Waters, da sempre impegnato anche sul fronte dei diritti umani e della giustizia sociale.
Con quest’opera, Waters entra a far parte della “Human Tribe”, il progetto artistico e filosofico che Jorit porta avanti da anni, dipingendo volti noti e meno noti sui muri di diverse città del mondo. I suoi soggetti sono sempre uniti da un tratto distintivo: quattro cicatrici rosse sulle guance, segno che richiama le antiche pratiche di scarificazione delle tribù africane. Un rito di passaggio in cui l’individuo rinuncia a una parte di sé per affermare la propria appartenenza al gruppo.
Nel linguaggio visivo di Jorit, quelle cicatrici diventano un simbolo di appartenenza non a una singola etnia, ma all’intera umanità. La sua “Human Tribe” è composta da persone che, in modi diversi, hanno lasciato un segno nella società e nella cultura, spesso lottando per ideali di libertà, giustizia e uguaglianza.
Roger Waters, da sempre voce critica e controcorrente, si inserisce perfettamente in questa narrazione. Le sue posizioni forti e le sue battaglie – artistiche e civili – lo rendono un volto emblematico di quell’umanità consapevole e impegnata che Jorit celebra sui muri.
A seguire, le parole che lo stesso artista ha condiviso nel suo post di presentazione dell’opera:
L’umanità sprofonda nella spirale della mostruosità più nera. Il gen0cidi0 di G4Z4 ci insegna quanto la banalità del male sia tra noi: soldatesse bellissime e sorridenti che sparano alla testa di bambini di 4 anni e poi fanno yoga, soldati con la barba perfettamente definita che premono un pulsante e vedono sul monitor saltare in aria una famiglia intera. Le budell4, e i cervell1 che si spargono ovunque in una pioggia rossa e gelatinosa, e poi la sera danno il bacio della buonanotte ai loro figli rimboccandogli le coperte senza provare nessun rimorso. 50 Mila m0rti di cui i nostri telegiornali non mostreranno mai i volti perché “servi dei servi dei servi”. L’umanità a G4Z4 è morta e noi siamo tutti coinvolti, oggi esiste il male in terra ed è la colonia isr4eli4n4 in P4lestin4. Oggi il male esiste ed è nei sorrisi di chi balla e si diverte nelle discoteche e nei rave quando a pochi km altri esseri umani muoiono letteralmente in massa di fame. Oggi il male esiste ed è in chi ruba la terra, chiedi a un isr4eliano dove sono nati i loro nonni o bis nonni e nella risposta capirai dove è il torto, lì capirai la natura di una colonia. Ma io vedo una luce, ed è nel volto di un palestinese che sceglie di morire ma in piedi, che sa che nessuno ricorderà il suo nome. Ma in quell’attimo di coraggio umanità e giustizia c’è tutta la grandezza del mondo. La vita è un soffio e vale la pena che sia vissuta a testa alta. In questa storia ci sono i mostri, i servi, i leccapiedi e gli eroi. Gli eroi sono immortali. Difendiamo l’umanità, difendiamo GAZA per salvare tutti gli esseri umani su questo pianeta. La Palestina lotta per la giustizia del mondo intero contro il sopruso più grande che può esistere, quello di essere cacciati dalla propria terra. Se la Palestina muore siamo tutti noi a morire.